Matteo Boniatti


" 2CITIES - NYC&CH "  9 luglio > 15 agosto 2011

 

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ph. Matteo Boniatti ©

 

 

"2CITIES - NYC&CH"

 

P R E S E N T A Z I O N E

 

Con Matteo Boniatti, ultimo autore previsto per il progetto espositivo 2011, la proposta di Phf Photoforma dedicata al tema: “Le città degli uomini: per una interpretazione espressiva del paesaggio urbano", ripropone, dopo la surreale visione di Matteo Fedrizzi (“Wiederaufbau 3”, rassegna tenutasi a maggio/giugno) una fotografia di paesaggio urbano maggiormente connotata in senso tradizionale.

Matteo Boniatti, giovane e talentuoso fotografo trentino, già messosi in luce all'interno di alcuni progetti realizzati dal Gruppo Fotoamatori Pergine, con “2cities - NYC & CH” propone una serie di appunti visivi rivolti a due fra le più importanti città americane che ha avuto modo di frequentare: New York e Chicago.

L’approccio fotografico di Boniatti, si pone al crocevia fra una “classica” fotografia di “street” e un’interpretazione diretta, e piuttosto personale, del complesso territorio urbano oggetto della sua indagine. In questo senso, la capacità di cogliere alcune situazioni “à la sauvette” di bressoniana memoria e di avere, nel contempo, un occhio rigoroso per le prospettive, le ricerche formali e le accentuazioni prospettiche, rendono la produzione visiva di questo autore un terreno ampio e fertile entro il quale è possibile cogliere nuovi stimoli di riflessione sulla fotografia.

Se il paesaggio urbano, anche quello apparentemente più qualificato e legittimato (talvolta immeritatamente) sconta ormai una sua evidente consunzione, altrettanto non si può dire per i tentativi che provengono da giovani ed emergenti autori, fra cui proprio Boniatti. La fotografia proposta nelle immagini di “2cities” è figlia di una istintiva capacità di cogliere, con rara immediatezza, “la sintesi” di stimolazioni visive talvolta complesse e non semplici da trascrivere.

E’ nelle potenti prospettive e nella restituzione, lucidissima (talvolta ironica e provocatoria), di alcune relazioni fra l'uomo e la città, che si svela l’ineludibile attrazione dello guardo verso questi scatti.

Anche la calligrafia scelta da Boniatti, tradizionalmente basata su un bianco/nero che tende a preferire i contrasti acuti versus un’estensione tonale che per questo genere di fotografie rischia di essere spesso “appiattente” o mortificante, rappresenta per l’autore il tentativo di affermare una sua precisa identità stilistica.

Le fotografie di questa serie sono immagini fresche che si lasciano guardare con una spontanea curiosità verso attimi di vita di due città (New York e Chicago, appunto) il cui respiro è talmente ampio e veloce da lasciarci, il più delle volte, attoniti e senza parole. Boniatti, infatti, cristallizza frammenti di realtà, luoghi e volti senza tempo, per farci comprendere, nel disarmante tourbillon esistenziale di queste metropoli, quanto tutto sia effimero e fugace…

Come ci testimonia lo stesso autore:

 

“Questo lavoro ha cercato di scoprire il rapporto tra l’alto ed il basso, tra l’orizzontale e il verticale, tra il costruito e l’uomo, il suo rapporto con lo spazio, con il luogo, con il movimento e con il tempo in cui egli vive. Le immagini proposte vanno colte come spunti. Non c’è volontà di realizzare un discorso “completo” e “concluso”. Queste fotografie sono input, frammenti, impressioni che vogliono raccontare momenti del rapporto tra l’uomo e la città.
Penso a quanto scritto da Italo Calvino nel suo libro ‘Le città invisibili’: 
“Le città sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni, di un linguaggio, le città sono luoghi di scambio, ma questi scambi non sono soltanto scambi di merci, sono scambi di parole, di desideri, di ricordi.”

 

 

Un intento operativo e concettuale che, nelle fotografie di Matteo Boniatti, trova piena soluzione sotto il profilo esecutivo e formale, ma che, come da egli stesso voluto, consente a questi “appunti visivi” di divenire uno, fra i molti glifi, della grande lavagna che riguarda la fotografia di paesaggio urbano, sulla quale, per nostra fortuna, è ancora possibile annotare infiniti discorsi e fraseggi visuali...

 

Luca Chistè | Phf Photoforma | © luglio 2011

 

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