Luigi Lauro


" KARHU - ORSO " >  12 settembre | 11 ottobre 2015

 

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Spazio Espositivo Pretto

| Trento |


inaugurazione e incontro con l'autore:

SABATO 12 SETTEMBRE 2015 - ore 18.45


GALLERY DELLE IMMAGINI:
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Karhu - ORSO | rassegna di Massimo Vettorazzi allo Spazio Espositivo Pretto Karhu - ORSO | rassegna di Massimo Vettorazzi allo Spazio Espositivo Pretto




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Il respiro della foresta

Massimo Vettorazzi

 

rassegna di immagini fine-art
dedicate al tema dell'orso

PRESENTAZIONE


Cercare l'orso è importante, trovarlo è secondario,
come è il viaggiare quello che ci affascina,
non raggiungere la meta.
Perché cercare l'orso è come cercare noi stessi
e nel corso della ricerca può essere che noi cambiamo


[Daniela Castellani]

Karhu, in finlandese, significa Orso e, volutamente, con lo scherzo grafico del testo tradotto in italiano e rovesciato – a voler significare simbolicamente il rapporto dialettico che questo animale intrattiene con l’uomo e l’habitat che lo ospita – rappresenta il titolo della bella serie fotografica di Massimo Vettorazzi, che propone allo Spazio Espositivo Pretto di Trento, la sedicesima rassegna d’autore dedicata alla fotografia.

Appassionato, sensibile e concretamente preparato sul tema, Massimo Vettorazzi, s’interessa agli orsi ed a tutto ciò che li riguarda, praticamente da sempre: amante della montagna e della natura, Massimo Vettorazzi è incidentalmente anche fratello di un altro Vettorazzi: Michele www.michelevettorazzi.it, anch’egli eccellente fotografo naturalistico e molto legato alla storia e allo sviluppo di Phf Photoforma.

L'orso, da tempo immemore, rappresenta, forse solo al pari del lupo, una figura leggendaria con cui dare corpo alle nostre più remote paure ed inquietudini. La valenza con cui si percepisce questo animale è sempre stata duplice e quasi schizofrenica: compagno tenero ed affettuoso nei giochi; bestia feroce e possente, simbolo animale della forza della natura negli immaginari collettivi legati alla percezione delle foreste e delle desolate lande ghiacciate.

Nella prospettiva dell'autore, l'orso rappresenta, in un certo qual modo, il "respiro" della foresta, ossia quel senso di immanente presenza, di lieve inquietudine che ti accompagna quando, con il solo supporto dei pensieri, vaghi in spazi solitari, desideroso e timoroso, al tempo stesso, di incontrarlo. Riesci a "sentirlo", sai che c'è, ma molto raramente, salvo casi particolari o fortuiti, lo incontrerai. Eppure la sua presenza/assenza, il suo negarsi ed esserci al tempo stesso, sono la forza misteriosa che ci attrae, nonostante tutto, verso questo animale, del quale, antropologi, scienziati, letterati, artisti, poeti, o semplici appassionati, ci hanno descritto le gesta e le storie che, con il tempo, hanno finito per arricchire, al pari di molte altre vicende legate al mondo più oscuro e impenetrabile della natura, la nostra identità sociale ed i nostri miti più reconditi.

Quella degli orsi, per l’autore, è una passione che ha radici molto profonde e la restituzione fotografica operata da Massimo Vettorazzi con questa selezione di immagini, non può essere disgiunta dall’humus culturale e dalle competenze (tecnico/fotografiche e naturalistiche) che le hanno rese possibili. Le fotografie della rassegna, due delle quali riprese in Trentino con l’ausilio delle cosiddette “foto-trappole”, sono costituite da scatti ripresi prevalentemente in Finlandia e Slovenia ed offrono un chiara relazione fra il contesto naturalistico – con alcuni scatti di indicibile bellezza – e gli orsi che lo popolano.

Scevra da qualsiasi pregiudizio ideologico (benché l’autore abbia precise opinioni sul tema), o precostituite prese di posizione sul dibattito che in questo periodo caratterizza la presenza degli orsi in Trentino, la rassegna vuole offrire allo spettatore una serie di immagini per coinvolgerlo attivamente, ed empaticamente, all’argomento.

Sul tema degli orsi, e della loro rilevante attualità in Trentino, infatti, Massimo Vettorazzi dimostra di avere molto buon senso. Scrive al riguardo:


Sono (e lo sarò sempre) a favore della presenza degli orsi e degli altri grandi carnivori nel mio Trentino! Ho girato in lungo e largo le “terre dell’orso” del Trentino, sono stato in Slovenia, in Abruzzo, in Finlandia, in Spagna alla ricerca dell’orso; ho studiato e letto quasi tutto sull’argomento orso e ho ben chiaro cosa bisogna fare in un incontro ravvicinato con un orso (cosa che è mi è successa sia in Trentino che in Slovenia, regalandomi emozioni uniche). Credo sia necessario che in Trentino, dove uomo e orso incrociano forse più spesso che altrove la loro strada, non possa mai venir meno l’elaborazione di un intervento ispirato ad una possibile e reciproca convivenza. Si tratta di una strada lunga e tortuosa, irta di ostacoli e, con molta probabilità, di scelte impopolari. Tuttavia, come uomini, abbiamo l'obbligo morale di percorrerla continuando a discutere e dialogare, senza creare soluzioni preconcette o avere la certe di possedere ricette infallibili. Anche a fronte di situazioni sconvenienti, l’analisi attenta dei fatti e delle procedure adottate è un prerequisito essenziale per l’elaborazione di nuove strategie “adattive”, necessariamente ispirate ad un modello di comportamento di tipo interattivo e per “prove d’errore”.


La rassegna, oltre alla proposta delle immagini in sé e per sé, offre quindi uno stimolo di riflessione per alimentare, oltre ogni inutile polemica, quel processo dialettico che vede confrontarsi, in un territorio fortemente peculiare e in gran parte antropizzato come quello del Trentino, l’uomo e l’orso.

Tema che peraltro, come acutamente restituisce in un frammento di documentazione lo stesso autore, era già dibattuto verso la fine del 1800. Nel prezioso libro di Guido Castelli: "L'orso bruno nella Venezia Tridentina" (1935), in una nota del volume, viene citato un testo di A. Bonomi apparso nel “Bollettino del Naturalista – anno X (1890), p. 107” che recita:


"Sui monti trentini gli Orsi, anziché diminuire, aumentano di numero. Quest’anno la piaga si è fatta ancora più grave. Su quasi tutti i gruppi principali di montagne si ebbe la sgradita visita del temuto carnivoro, il quale, or qua or là, menò strage fra le pecore e le armente. E’ vero che ne furono uccisi alcuni in Val di Sole, in Val di Ledro, in Rendena: ma ad onta di ciò i pastori ed i malghesi si sentono ben poco sicuri contro il notturno visitatore. Appena s’accorgono della presenza dell’Orso, si riuniscono in 20 e più persone per inseguirlo, ma quasi sempre invano, ché in una sola notte l’animale è capace di percorre più di 50km e durante il giorno si nasconde così bene che riesce impossibile lo scovarlo".


Certo la “quadra” non è facile da trovare, ma come ricordava Duccio Canestrini, esattamente un anno fa:


"(...) Forse dovremmo trovare il tempo per fermarci un po’ a pensare. Con un ragionamento che di alto (stratosferico?) respiro, appare antropocentrico e forse anche immorale assegnare gerarchie, quando si parla di libertà, di dignità e di vita. Le quali non sono privilegi dei trentini, né de quei che ven da fora, né dei pinzoleri, né dei sudafricani. La libertà dell’uomo non vale più degli orsi. La libertà è uguale per tutti. Chi vuol far prevalere il diritto dei tanti sui pochi, dei cinquecentomila sui cinquanta, è fuori del tempo. L’atavica guerra al selvatico, stravinta dall’uomo a partire dal Mesolitico, è un retaggio antropologico importante, ma restare in balia di automatismi di caccia, sterminio o cattura non è sensato. Altrimenti qualcuno, lassù, dovrebbe toglierci di mano le tecnologie belliche, le manipolazioni genetiche, le protesi informatiche. Perché noi, che non solo ci riteniamo più importanti di tutte le altre specie, ma ci comportiamo anche da prepotenti, noi uomini sì che siamo pericolosi."
(Duccio Canestrini, "Contrapposizione senza senso. Troppi orsi? No, troppi uomini", quotidiano Adige, domenica 31 agosto 2014).


Nel rispetto per la natura, e di questa specie animale in particolare, troviamo espressa tutta la sensibilità di Massimo Vettorazzi che, proprio attraverso questi scatti, ci dimostra, ove ve ne fosse ancora bisogno, quanto sia fragile e delicato il rapporto fra l’ambiente naturalistico e l’uomo.

Soffermarsi su queste fotografie è un tributo che va oltre il dato estetico, l’aspetto emozionale o, ancor più, quello tecnico collegato alle riprese. E’ un esercizio di partecipata ed empatica coscienza civile a favore del dialogo e del rispetto fra le specie animali, ivi incluso l’uomo, che popolano il pianeta.

Le stampe della rassegna, in formato A2 (59,4x42cm) realizzate con tecnica fine-art, sono state eseguite da » Phf Photoforma di Trento su file digitali ripresi e post-prodotti dall’autore.

Luca Chistè / Phf Photoforma | agosto 2015 © |

Massimo Vettorazzi | Karhu - Orso | rassegna allo Spazio Espositivo Pretto di Trento a  cura di Phf Photoforma ©

[ "Karhu - orso" | ph. Massimo Vettorazzi ©]


SCHEDA EVENTO

 

Titolo:

 

 «KARHU - ORSO »
immagini fine-art dedicate al tema dell'orso

   

Autore:

 

Massimo Vettorazzi
mmassimo.vettorazzi@gmail.com

   

Inaugurazione:

 

Sabato 12 settembre / ore 18.45 /
presentazione della rassegna e incontro con l'autore

     

Date:

 

2015 >  12 settembre | 11 ottobre

   

Orario:

 

h24/24 – consigliata la visione notturna..

   

Luogo:

 

Trento - Spazio espositivo Pretto | p.zza San Benedetto

     
     

Contatti & info:

 

PHF PHOTOFORMA / LUCA CHISTE'
www.prettoexpo.org

www.photoforma.it  | www.photoforma.eu/cms |

luca@lucachiste.com

     

Credits:

 

Testi di presentazione, grafica, webdesign della rassegna sono a cura di » Phf Photoforma.it / Luca Chistè

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