Marzo 2010
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Ho conosciuto Luca Cazzanelli ed i suoi lavori tramite uno dei più noti e quotati forum italiani dedicati alla fotografia fine-art in grande formato:
“Fotoavventure”
Luca è un uomo schivo e, benché molto brillante nella sua esperienza professionale come informatico, ama esprimersi assai più con le immagini che con le parole.
La fotografia di Luca Cazzanelli mi è piaciuta subito, a livello istintivo. Così come mi piace il suo modo, diretto, di porsi nelle cose e nel raccontare dei suoi lavori.
Nella fotografia di Luca ritrovo molto del mio sentire e tante cose che appartengono anche alla mia visione fotografica. La scelta di proporlo, come primo autore per il 2010, quindi, è stata assolutamente “egoistica”.
Mi sono fidato del mio istinto e di ciò che ho potuto apprezzare del suo lavoro.
Osservando le proposte fotografiche di Luca Cazzanelli e pensando alla calligrafia che impiega (lavora sempre e solo in b/w medio formato che sviluppa da sé), si percepisce nelle immagini un profondo senso di equilibrio e la sua fotografia, quasi fosse un indelebile marchio d’autore, è sempre elegante e raffinata. Queste immagini, inoltre, possiedono una proprietà comunicativa “autosufficiente” dal punto di vista semantico e si basano sull’uso di codici tecnici ed estetici che le rendono chiare in sé e per sé. Qui non servono “prontuari” interpretativi o macchinose deduzioni storico/letterarie per renderle comprensibili e pienamente fruibili.
Gli apparati iconografici e le competenze trasversali di Luca Cazzanelli sono utilizzati per affrontare correttamente, ex-ante, il metodo e la disciplina di ricerca, ma non sono mai un supporto, come sempre più spesso accade, per sbrogliare, ex-post, inconsistenti simulacri visivi.
Detto in altri termini, a fare la differenza, in questo lavoro, è il “soggetto” tout-court e l’indagine non prescinde mai dal “mezzo” (e cioè dal valore tecnico dell’opera. Ove, in questo caso, l’accezione “tecnico” è connaturata e sovrapponibile alla capacità di saper gestire un processo che, talvolta, nella fotografia fine-art, è assai complesso).
“Luoghi dell’anima” è una delicata raccolta di immagini che affonda le proprie radici nelle “regole” accettate dalla fotografia fine-art: uso del sistema zonale e del medio formato analogico in ripresa, sviluppo dei negativi e post-produzione curata dall’autore, scelta delle più adatte tipologie di stampa per valorizzare le ampie scale di grigio ottenute al momento dello scatto.
La ricchezza di toni impiegati da Cazzanelli nell’ambito di uno o più set di fotografie o la scelta di ricorrere a delicatissime ed evanescenti stampe “high-key” (i grandi spazi bianchi dei paesaggi invernali) rendono questa rassegna un territorio visuale di scoperta, capace di condurci, con grande abilità narrativa, negli intimi luoghi scelti dall’autore: quelli “dell’anima”. Sono paesaggi intensi, attraversati da un sottile senso di solitudine e malinconia… Un susseguirsi di “presenze/assenze” (le panchine e le altalene vuote, il lago silenzioso, le figure sospese…) ricche di significati simbolici e concettuali che restituiscono, in maniera semplice, ma assolutamente efficace, precisi stati d’animo e dentro i quali, talvolta, è empaticamente bello lasciarsi scivolare per ritrovare un po’ di noi stessi…
[Luca Chistè, febbraio 2010]